COMPORTAMENTI – DRIVERS MOTIVAZIONALI & BIAS COGNITIVI

COMPORTAMENTI – DRIVERS MOTIVAZIONALI & BIAS COGNITIVI

COMPORTAMENTI – DRIVERS MOTIVAZIONALI & BIAS COGNITIVI

La costruzione di un T.EA.M. con le finalità di rendere massima l’efficacia di un metodo di lavoro nel contesto Organizzativo declinato con il termine “SQUADRA” ha fondamenti scientifici, razionali misurabili, anche nella dimensione emotiva e soggettiva che determina comportamenti ed aderenza a dei sistemi valoriali.

Non possono essere esclusi da una analisi, mappatura e disegno del T.EA.M. i “bias cognitivi” veri e propri “pregiudizi inconsci” che ci spingono a distorcere la realtà e a ricrearne una soggettiva. Spesso vengono chiamati in causa quando si parla di Marketing, ma devono essere osservati e riallineati con i feedback correttivi e il coaching perché hanno un effetto negativo anche sugli equilibri di una SQUADRA o sullo sviluppo delle potenzialità.

Quali sono i bias cognitivi più comuni:

Vorrei lavorarci, abbiamo tanto in comune

Bias di affinità: ovvero quando mostriamo una preferenza per le persone a cui siamo più simili, relazionandoci e preferendo solo loro.

“È riuscito a chiudere già il lavoro: tutta fortuna”

Bias di attribuzione: quando attribuiamo i #successi alle nostre capacità e i fallimenti a fattori esterni (questo pregiudizio ci porta spesso a vivere i successi degli altri solo come “casi fortunati”)

“Se è affascinante, meglio”

Pregiudizi di bellezza: quando basiamo il nostro giudizio sull’aspetto fisico favorendo persone secondo noi attraenti.

“Come ha detto lui…”

Bias di conformità: quando prendiamo spunto dagli altri per arrivare a una decisione piuttosto che seguire il nostro pensiero (in un TEAM questo scoraggia a esprimere apertamente le proprie opinioni, soprattutto se in contrasto con quelle degli altri)

“La prima idea mi ha già convinto, non sentirei nemmeno le altre”

Bias di ancoraggio: quando ci affidiamo alle prime informazioni ricevute (pensate in un braistorming e a quando si preferisce solo la prima proposta)

“A differenza di lui, lei ha conseguito quel master…”

Effetto contrasto: ovvero confrontare tra loro colleghi o anche candidati (nel caso di noi #recruiter) invece che valutarli in base alle proprie caratteristiche specifiche.

“È un uomo, è più portato!”

Pregiudizio di genere: si tratta di uno dei bias più comuni. È quando, per esempio, per un ruolo fisicamente impegnativo si preferisce un candidato di sesso maschile.

“È stato gentile, sicuramente sarà anche empatico”

Effetti alone: quando ci concentriamo su un solo aspetto buono lasciando che influenzi la nostra opinione generale (questo bias può portare a trascurare gli aspetti negativi di qualcuno e portarci per esempio a selezionare la persona sbagliata!)

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