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Chi è Marzio Zanato

Marzio, 53 anni passione indomita per lo sport ed i suoi valori trascinati a forza nella mia professione di Uomo Azienda dedicato allo sviluppo delle Risorse Umane, creazione di T.E.A.M. e gestione delle dinamiche aziendali e organizzative. Sono costantemente alla ricerca non di “Clienti” ma di RELAZIONI di qualità interpretando al meglio il ruolo di Coach, qualcuno che darà una parte di se stesso per permettervi di mantenere la vostra traiettoria e raggiungere il vostro obiettivo.

Lettera al Capitano

Due grandi problematiche interessano il mondo manageriale : la prima è che noi dobbiamo formare una squadra e quindi c’è la necessità di far convivere individui con obiettivi comuni; la seconda è che nel mondo sportivo, non basta fare bene le cose, bisogna farle meglio degli altri. Se tre squadre fanno le cose molto bene, comunque due perderanno. Se tre aziende fanno le cose bene, ci sarà chi andrà meglio, peggio ma in ogni caso riusciranno a convivere e non ci sarà un solo vincitore.
Un gruppo non si costruisce con una semplice sommatoria dei migliori, ma quelli che insieme possono funzionare bene. Un gruppo di giocatori uniti che ha problemi con l’allenatore o la dirigenza può VINCERE ma un gruppo che ha problemi al suo interno non può vincere. Il primo obiettivo del tecnico è tenere unito il gruppo anche a costo di averlo contro di sé, perché siccome non ci basta fare le cose bene ma dobbiamo farle meglio degli altri, non si può pensare che il rapporto fra l’allenatore e i giocatori sia sempre un rapporto idilliaco. L’ allenatore deve sempre chiedere il massimo, ma poiché non abbiamo un valore assoluto di quale sia “il massimo”, possiamo peccare in eccesso o difetto.
Voi avete vinto due partite, siete passati al distributore della autostima ed avete recuperato un poca di serenità….l’allenatore è ancora pronto ad urlarvi di uscire nuovamente ad allenarvi, di alzarvi al mattino presto, di sacrificare. Perché? Perché domani c’è da vincere di nuovo !!! Quando arriva il momento per un gruppo di godersi il successo, il tecnico è chiamato a cambiare, ad esplorare nuove e più dure strade. Questo può sembrarvi brutale o ingiusto, però la squadra che ha perso non si rilassa e si gode il successo, è fuori a correre, perché ha perso e la rabbia per aver perso la spinge a fare di tutto per poter tornare alla VITTORIA. L’unico modo per continuare a VINCERE è, nonostante i successi, andare fuori a correre anche se piove, allenarsi al mattino presto. Anche se questo molte volte porta contrasti fra allenatore e gruppo.
Mettersi in discussione vuol dire cercare i difetti malgrado la squadra vinca. Non è questione di perfezionismo, l’idea di perfezione nasconde una mentalità perdente…. poiché non sono stato perfetto allora ho perso !!!!!
Abbiate fiducia nella possibilità di raggiungere un obiettivo quale la finale di Coppa Italia in vista di tante altre e più dure finali che ci attendono.

...non esiste Leader, non esiste Coach, non esiste Sensei che non sia caduto faccia nella polvere, ne abbia gustato l'amaro sapore, abbia ammesso il proprio errore e si sia rialzato resiliente e con una migliore intelligenza emotiva!

In bocca al lupo.

Marzio

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