LO SPOGLIATOIO

LO SPOGLIATOIO

LO SPOGLIATOIO

Lo spogliatoio ultimo spazio sacro rimasto ad una squadra, l’ultimo angolo di terra in cui potersi prendere a parolacce, eventualmente far la pace, risolvere i problemi con una sana scazzottata di gruppo o applicando un gerarchico bullismo all’ultimo – magari strapagato – arrivato; la legge dello spogliatoio, residuo arcaico di una società ormai in frantumi.

Certi problemi vanno risolti nel segreto dello spogliatoio. Certi risultati si costruiscono e raggiungono con poche e misurate parole nel silenzio dello spogliatoio. Altre volte, invece, basta sfogarsi per qualche minuto, appiccicarsi al muro e risolverla tra uomini. Forse lo spogliatoio, da questo punto di vista, rimane oggi anche l’unico luogo al mondo nel quale l’uomo può essere uomo senza sentirsi in colpa.

Non si impara molto, a scuola. Nello spogliatoio, invece, si impara tutto(Cit. Camus)

Nello spogliatoio si apprende il rispetto reciproco, si apprende il sacro valore della gerarchia, la forza del gruppo la cui unione fa la forza del singolo, e non viceversa. Si impara a vivere e convivere, a piangere e sentirsi umiliati, a crescere come persone non in virtù di qualche stramba imposizione moralistica ma per il bene di tutti. Nello spogliatoio non si sceglie di diventare grandi; lo si diventa senza accorgersene. La purezza di questa massima è confermata dall’esperienza di ciascuno di noi. Chi è cresciuto in un campo di rugby lo sa bene, perché prima di esperirlo non lo sapeva affatto.

Nel libro Le undici virtù del leader, Jorge Valdano definisce lo spogliatoio un habitat. In quest’habitat convivono «furbi, stupidi, gentili, ombrosi, buoni, cattivi, coraggiosi, vigliacchi, vanitosi, umili, leader, gregari. Il cemento che unisce quei tasselli così diversi è la generosità di alcuni». Non è difficile capire quindi perché oggi un allenatore deve essere prima un abile psicologo e solo poi un preparato matematico dedicato a sviluppare un metodo di lavoro fondante sul merito per raggiungere il potenziale e la performance.

Le undici virtù del leader:

#1 la credibilità

#2 la speranza

#3 la passione

#4 lo stile

#5 la capacità di parlare agli altri

#6 la curiosità

#7 l’umiltà

8# il talento

#9 la capacità di tenere tutto nello spogliatoio

#10 la semplicità

#11 il successo

Uno spogliatoio è l’esatto contrario dei famosi non-luoghi di Marc Augé. È un iper-luogo, dove si crea l’anima della squadra e regna un realismo magico. È un contenitore di simboli con riti auto-referenziali e pseudo-religiosi. Un leader non si sceglie, si impone con il suo curriculum di credibilità, carisma e coerenza.

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