NON CHIEDERTI PERCHE’ A ME? CHIEDITI PERCHE’ NON ANCORA A ME O A CHE SCOPO E’ ACCADUTO A ME?

NON CHIEDERTI PERCHE’ A ME? CHIEDITI PERCHE’ NON ANCORA A ME O A CHE SCOPO E’ ACCADUTO A ME?

NON CHIEDERTI PERCHE’ A ME? CHIEDITI PERCHE’ NON ANCORA A ME O A CHE SCOPO E’ ACCADUTO A ME?

“Perché io?”  “Perchè a me?” È la domanda sbagliata da porsi. La tragedia ci colpisce tutti a un certo punto della vita, quindi chiedere “Perché io?”  é una prospettiva egocentrica, che non è indicativa del quadro generale. Nei momenti di difficoltà la rabbia mi ha portato sovente a chiedermi “perché a me?

Quando si sperimentano tragedie e difficoltà in un mondo in cui sembra di soffrire più degli altri, questa è una domanda facile da porre. Viene alla mente altrettanto facilmente quanto l’aritmetica di base 1+1 = 2 ! Tuttavia, dopo aver provato a cercare la comprensione, invaso dalla rabbia ho cercato di non lasciare che  il mio ego falsasse la verità e realtà, rendendomi conto conto che non solo l’inquadratura di questa domanda è imprecisa, ma è una domanda inutile da chiedersi. Perchè è inutile come domanda?

Perchè la sofferenza è universale

Come dice la canzone di Northland “Scarab”, “Quindi vuoi la verità? La verità è che tutti noi soffriamo. Tutti noi soffriamo nella vita. Soffriamo tutti .” Testi aspri, senza dubbio, ma è un fatto brutalmente onesto. Soffrendo in giovane età, può sembrare di essere gli unici a sperimentare la tragedia o la sfortuna. Tuttavia, non abbiamo vissuto abbastanza a lungo da comprendere appieno la realtà del mondo. Invece di chiedere a un dodicenne se ha sofferto nella vita, prova a chiedere ad un settantenne, questi avrà certamente una opinione diversa. Sembra ingiusto che le persone soffrano in età più giovane. Molte persone emettono commenti empatici come: “È troppo giovane per averlo sperimentato” o “Nessuno dovrebbe sopravvivere ai propri genitori“. La triste verità è che questo è solo un pio desiderio e non necessariamente in accordo con le leggi della natura. La tragedia ci colpisce tutti a un certo punto della vita, quindi chiedere “Perché io?” È una prospettiva egocentrica, che non è indicativa del quadro generale.

Capire che la sofferenza è universale e non solo specifica per noi stessi, può aiutarci ad affrontare  affrontare il problema individuale della sofferenza con una domanda diversa. Invece di chiedere “Perché io?” Una domanda migliore potrebbe essere “Perché non sono ancora io?” o “a che scopo sto sperimentando questo?” o ancora meglio “che opportunità mi può dare questa esperienza negativa?

Quando ci sintonizziamo con il mondo esterno e realizziamo le grandi sofferenze che altri subiscono, sviluppiamo empatia l’uno verso l’altro. Ponendoti domande che non sono “Perché io?” ma a che scopo o che opportunità dalla sofferenza ti porrai in una posizione di apprezzamento anzichè di risentimento verso il mondo.

Vedrai quanti altri stanno molto peggio di te, magari tuoi amici fraterni. Svilupperai gratitudine per le cose che hai intorno a te. Potresti notare che hai la tua salute, un tetto sopra la testa, persone che si preoccupano per te, un sistema di supporto stabile e accesso a cibo di qualità. Dopo aver realizzato ciò, potresti essere in grado di cogliere il grande concetto della tua sofferenza. Potresti dire: “Sì, la vita è dura, e quello che sto passando sicuramente non è facile. Ma ci sono molte altre cose di cui sono grato in questo mondo, e rispetto ad altre persone, forse non sto peggiorando come pensavo una volta.”

La sofferenza è relativa

Questo per non dire che la sofferenza individuale è insignificante. lL psichiatra ebreo e sopravvissuto all’Olocausto Viktor Frankl scrisse :

la sofferenza di un uomo è simile al comportamento di un gas. Se una certa quantità di gas viene pompata in una camera vuota, riempirà la camera completamente e in modo uniforme, indipendentemente dalla dimensione della camera. Così la sofferenza riempie completamente l’anima umana e la mente cosciente, non importa se la sofferenza sia grande o piccola. Quindi la “dimensione” della sofferenza umana è assolutamente relativa. 

L’esperimento mentale di guardare ad una dimensione globale ha lo scopo di orientarsi maggiormente verso il mondo esterno e meno all’interno della nostra prospettiva interiore. Ti ricorda che ti possono succedere cose terribili, ma per ora hai molto di cui essere grato. Potrebbe venire un giorno in cui le cose andranno peggio, quindi devi apprezzare ciò che hai adesso e non lasciarti scivolare  il tempo inutilmente dalle tue mani, rinunciare alle tue passioni o a ciò che ami. Amare ogni momento che hai con le persone a cui tieni. Goditi le esperienze che la vita ha da offrire perché ci sarà un tempo in cui ognuno di noi sperimenterà tutto il peso del mondo.

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