I COMPORTAMENTI CONSAPEVOLI

I COMPORTAMENTI CONSAPEVOLI

I COMPORTAMENTI CONSAPEVOLI

I comportamenti consci e volontari sono ciò che noi siamo e indicano chiaramente la DIREZIONE che abbiamo scelto di prendere.

Ma cos’è un comportamento? Il filosofo Ralph Waldo Emerson identificava il comportamento spontaneo con l’anima della persona: il comportamento e le maniere di fare come confessioni di chi si è realmente. Il comportamento umano, così come quello di altri organismi, può essere comune, insolito, accettabile o inaccettabile. Gli uomini valutano l’accettabilità di un determinato comportamento usando norme sociali e regolando i comportamenti tramite mezzi di controllo sociale.

Il comportamento è il modo di agire e reagire di un oggetto o un organismo messo in relazione o interazione con altri oggetti, organismi o più in generale con l’ambiente.

Possiamo anche definirlo quale sistema adattivo che permette di produrre AZIONI. Il comportamento umano può essere conscio (collegato al tipo o modello di personalità/carattere) o inconscio (collegato al temperamento), volontario o involontario.

Il comportamento conscio è fondante sulla consapevolezza. In psicologia, con il termine consapevolezza si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.

Il comportamento inconscio rappresenta quella dimensione psichica contenente pensieri, emozioni, istinti, rappresentazioni, modelli comportamentali, spesso alla base dell’agire umano, ma di cui il soggetto non è consapevole (temperamento).

 

Con il termine inconscio Freud intendeva un complesso di processi, contenuti ed impulsi che non affiorano alla coscienza del soggetto e che pertanto non sono controllabili razionalmente (per temperamento si intende l’insieme delle tendenze innate, cioè determinate geneticamente, dell’individuo a reagire agli stimoli ambientali con determinate modalità anziché altre).

I comportamenti volontari, consapevoli possono essere “allenati” e quindi migliorata la loro intensità. Questo semplice concetto è l’insegnamento degli stoici. Lo stoicismo nasce ad Atene dove Zenone di Cizio impartiva le sue lezioni, nella zona del portico affrescato dell’agorà. Nell’ideale stoico è il dominio sulle passioni che permette allo spirito il raggiungimento della saggezza. Riuscire è un compito individuale, e scaturisce dalla capacità del saggio di disfarsi delle idee e dei condizionamenti che la società in cui vive gli ha impresso utilizzando la propria ragione e controllando ciò che può, partendo proprio dalla volontarietà di comportamento e dunque azioni.

Le azioni producono risultati e dunque possiamo dire che il raggiungimento dei nostri obiettivi sono l’evidenza dei nostri comportamenti consci e volontari, rappresentano il nostro carattere. Lo sport, il lavoro, le relazioni, la società non formano il nostro carattere ma lo rivelano.

Il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Se abbiamo un obiettivo saremo guidati e qualsiasi cosa ci si possa trovare davanti a complicare il nostro cammino, il nostro viaggio, la travolgeremo.

Allenarsi significa soffrire. La sofferenza è un test, nulla di più! La grandezza non è vincere una gara, la grandezza non è possedere un’auto fiammante e costosa, controllare o esercitare potere sugli altri. La grandezza è controllare i nostri comportamenti consapevoli, migliorarli, aumentarne l’intensità. La grandezza è disciplina. La grandezza è saper creare una visione nella nostra mente, è avere una direzione perché solo con la visione e direzione nella nostra mente ci metteremo in discussione e realizzeremo qualcosa di grande: il CAMBIAMENTO.

 

Leave a comment

Name
E-mail
Website
Comment