NEVER WALK – Ciao Lillo !! – LEONARDO

NEVER WALK – Ciao Lillo !! – LEONARDO

NEVER WALK – Ciao Lillo !! – LEONARDO

Ho incrociato Leonardo quasi per caso, ad una cena che anticipava il mio esordio in una gara IRONMAN 70.3 in quel di Pescara nel giugno 2015. Una tavolata di “toscanacci” del Firenze Triathlon. Un gruppo animato da uno spirito goliardico fantastico dove Leonardo sembrava in controtendenza per la compostezza e pacatezza che esprimeva. Ritrovo Leonardo poche settimane dopo a Francoforte nel mio debutto sulla lunga distanza IRONMAN 140.6 in un clima torrido che mette anche in dubbio la partenza della gara proprio per le alte temperature. A Leonardo arriva una telefonata da casa, la sua bimba non sta bene e deve immediatamente fare rientro. Anche in questo caso la compostezza e serenità di Leonardo nel prendere una decisione giusta mi colpiscono ed evidenziano i valori dell’Uomo. La mia storia sportiva nasce nel contesto di una disciplina di squadra come il rugby dove il sostegno ad un compagno in difficoltà è naturale e rappresentato proprio da uno dei principi fondamentali di questo sport. Il Triathlon è sport individuale ma riesce a creare legami inossidabili poiché per la maggioranza delle Persone che lo praticano, rappresenta un vero e proprio viaggio nella costruzione e miglioramento personali, è condivisione di ostacoli alla apparenza insormontabili trovati ed affrontati durante il percorso fantastico che è il vivere. Leonardo vuole sostenere con il raccontare la sua storia e con un saluto il mio compagno di T.E.A.M. Alessandro, impegnato in una “partita” della vita, dura, feroce ma che affronta con la tenacia di uomo con la “U” maiuscola, di Padre e di rugbista.

Racconto la mia storia in breve perché raccontarla nei dettagli ……

Mi chiamo Leonardo Nocentini ho 50 anni e vivo nel Chianti (Fi)

Dopo i vari sport da ragazzino a 25 anni mi do al ciclismo amatoriale sia su strada che MTB è così vado avanti per 15 anni o più facendo gare di gran fondo. Poi decido di smettere di andare in bici e iniziare a correre solo per mantenermi, ma non c’è la faccio a stare senza agonismo e iniziò a fare delle podistiche, mi diverto arrivando bene. Nel 2009 faccio una gara di duathlon e la vinco, la cosa mi appassiona da subito, gli amici mi dicono che devo imparare a nuotare per fare triathlon. Mi lancio in questa sfida, imparare a nuotare. Le prime gare uscivo ultimo dall’acqua e poi rimontavo, ma non riuscivo a colmare tutto il gap. Insito, ci lavoro molto, voglio migliorare questo nuoto e piano piano riesco ad avere somiglianze di un nuotatore. Decido di darmi alle distanze lunghe e nel 2011 faccio il primo mezzo IRONMAN, nell’anno successivo faccio il primo IRONMAN completo. La soddisfazione inizia a ripagare i sacrifici. Ad oggi ha fatto 7 IRONMAN 140.6 e  25 IRONMAN 70.3 ottenendo dei risultati importanti come la qualifica per la finale Mondiale a Kona – Hawaii,  vari piazzamenti e 2 vittorie. Sono fortunato ad aver conosciuto questo sport, il triathlon è bellissimo e l’IRONMAN ti mette dinanzi a delle prove estreme che poi ti aiutano a superare le stesse situazioni estreme che la vita ci riserva. Io sono stato lasciato da una moglie tedesca la quale mi ha portato via 2 figli con una accusa che segna nel profondo un Padre. Ho avuto un’altra figlia, con un’altra donna è questa piccola è nata con una malattia rara. Questo lo racconto non per muovere a compassione sterile ma per affermare con forza come la valenza dello sport e del triathlon mi hanno aiutato a superare grandi difficoltà. Ritengo che dinanzi alle asprezze che la vita ci riserva dobbiamo reagire e che ognuno riesce con resilienza a trovare la propria “via” ma per trovarla bisogna essere un poco come dei pescatori e trovare quelle acque dove siamo in grado di pescare VITA.

Caro Lillo, non ti conosco personalmente ma per quanto ti è possibile prendi spunto dall’atteggiamento di Marzio 

Un caro abbraccio

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