NUOTA, PEDALA E CORRI PER LILLO

NUOTA, PEDALA E CORRI PER LILLO

NUOTA, PEDALA E CORRI PER LILLO

Ciao Sandro, solitamente non mi mancano le argomentazioni e la mia capacità di portare nero su bianco quanto mi passa per la testa è abbastanza fluida ma in questo caso trovo delle difficoltà nel gestire le emozioni mentre scrivo.

Visto che siamo due ometti di mezza età, che hanno condiviso spogliatoi, campi di rugby, baraccate, bevute e altre cose che è meglio tacere ma sono indelebili nei ricordi, direi di iniziare proprio ricordando i tempi che furono come due rincoglioniti di fronte ad una birra.

Tre ricordi sono perfettamente nitidi e raccontano la nostra amicizia e il nostro stare insieme, spalla a spalla per diversi anni. Il primo è legato al campo, alle partite e baruffe “chioggiotte” che abbiamo affrontato insieme e in particolare ad un incontro in quel di Silea dove io, smilzo tre quarti, avevo pensato bene di prendermela con una robusta terza linea la quale mi teneva a debita distanza di destro e sinistro che sferravo all’aria giusto perché aveva delle braccia sproporzionate per lunghezza rispetto al corpo. Hai letto la mia difficoltà e con deformazione professionale sei arrivato e gli hai sferrato in testa un pugno a mani chiuse come se avessi un manganello e ti fossi ritrovato nel mezzo di una carica di piazza. Il gaglioffo avversario lasciò la presa e riuscii nuovamente a respirare visto che stava ormai stritolando il mio sottile collo. Al termine della partita sei venuto a recuperarmi nello sgabuzzino dove io pensavo vi fosse la doccia da quanto mi aveva suonato.

Abbiamo avuto anche il piacere di allenare insieme uno stuolo di ragazzini oggi uomini e padri che non ci hanno dimenticato per quanto sovente il nostro non fosse un metodo propriamente detto Montessori. Una Domenica al Tre Pini in attesa di un Aquilotti Petrarca vs. Aquilotti Monti rugby Rovigo arrivo alla convocazione con la nuova morosa, tu mi guardi, guardi lei ed esordisci a freddo : la rossa te sposa !!! Bene, le tue doti di sciamano di li a non tantissimo si palesarono ed oggi la rossa Cinzia e io siamo ancora insieme e ogni tanto pensando a qualche Domenica passata insieme a Jesolo ci rammentiamo della tua profezia.

I ricordi poi mi portano ad una estate al mare dove in verità chi ne usci con danni peggiori fu Alessandro Paulon che incrociò la Monica mentre tu hai vissuto la sfrontatezza di una nottata con la bionda che quando si alzò dal tavolo del ristorante dove le avevamo tampinate ci fece incrociare gli sguardi e il pensiero fu unanime …. “xe na nana” !!!! …per la cronaca io finii con l’andare in bianco e fare l’autista.

Sono passati gli anni ma un contatto, anche se non veramente di presenza fisica, è sempre rimasto, così come siamo sempre, bene o male, rimasti aggiornati e sintonizzati sugli accadimenti delle nostre vite. Sai bene quale periodo buio ho trascorso a causa della malattia e sicuramente hai osservato come l’ho affrontata e quale forma di resilienza ha generato in me essere riuscito, soprattutto con fortuna, a battere il drago. Ora ti sto scrivendo con il nodo alla gola e con un senso un poco di colpa, di chi si sente più fortunato di un amico in difficoltà. Stai combattendo sicuramente un Drago ben più malefico di quello che ho affrontato io ma credimi, riesco benissimo ad essere in empatia e comprendere cosa, quali e quanti pensieri sono nella tua testa. Non è quel “nemico” leale, che abbiamo conosciuto ed affrontato in campo, è subdolo, terrificante e ti isola. Fa fuggire sovente molte persone che quando tutto va bene si palesano sempre comi i migliori amici della Terra ma ti fa anche scoprire, chi magari se ne è stato sempre nel silenzio, è in grado con una semplice parola di farti sentire affetto, stima e calore umano. Non ho capito perché il destino ci sottoponga certe prove, non ho cercato o provato a cercare risposte nella fede e probabilmente la malattia e vivere certi ambienti di sofferenza e dolore mi hanno allontanato dalla fede delle dottrine religiose. Penso che tali prove possano rappresentare delle opportunità e un momento di stallo assoluto dove tirare una linea di bilancio sulla qualità delle relazioni che siamo stati in grado di sviluppare. Le relazioni e il ricordo che lasciamo a quanti diamo la possibilità di conoscerci attraverso la forza delle azioni e degli esempi, sono il nostro vero lascito ed è nei momenti di difficoltà che possiamo capire se il bilancio personale segna un più o un meno.

Mi sono come sai affogato nello sport, uno sport duro, di sacrificio che non ammette mezze vie o scorciatoie, come il rugby d’altro canto. Uno sport dove è la mente che trascina il fisico ben oltre i limiti, che ti proietta in un universo parallelo dove poter compiere dei viaggi di trascendenza nei quali al corpo è imposto quanto deve fare per conquistare la FINISH LINE e la mente è libera, proiettata oltre la siepe della paura dove possiamo trovare quanto desideriamo. Al di la del titolo, IRONMAN, sto dando molto ma ricevo qualcosa di inestimabile senza prezzo. Ho deciso in un nuovo momento di difficoltà nella mia vita, di cercare di mettere a disposizione tanto sacrificio fisico, perseveranza ed energia mentale a favore dei meno fortunati. Cercherò di legare ad ogni gara, ma come ti ho scritto per me è un viaggio, un evento che possa richiamare attenzione e magari essere tangibile sostegno soprattutto per i bimbi malati e in difficoltà. Il prossimo IRONMAN 70.3 al quale parteciperò a Sydney il 26 novembre sarà legato alla associazione Pet Project che promuove e supporta la Pet Therapy nei reparti di pediatria.

Ieri è arrivata la telefonata che convocava alla nostra adunanza culinaria per la prossima settimana e non so come o perché mi sono tornate in mente poche parole che mi disse Lelio Lazzarini durante i cicli di terapie : Marzio, ricorda che io ho giocato estremo e che il n. 15 è sempre in sostegno. Così ti ho chiamato e lanciata l’idea di “Corri per Sandro” !!! La sto rielaborando e trovo sia meglio comunicarla prima di tutto agli amici come “nuota, pedala e corri per Lillo”. Io ci metterò gambe, polmoni, cuore e testa. Come poter in qualche modo farlo diventare uno strumento utile per te lo scopriremo strada facendo, certo è che metaforicamente voglio cercare, da smilzo tre quarti di dare un pugno al drago per un fratello seconda linea in battaglia, così come fece quel più giovane n. 4 capace di fare mollare la ferrea presa del nerboruto n. 7 del Silea Rugby al collo di un più giovane n. 15.

Siamo stati negli anni di gioventù un vero T.E.A.M. …. TOGHETER – EVERYONE – ACHIEVE – MORE e oggi, tutti più maturi e consapevoli, saremo in grado di farci trovare presenti e in sostegno.

Ciao Marzio

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