CUORE NEROVERDE

CUORE NEROVERDE

CUORE NEROVERDE

Oggi una cara amica mi ha donato un piacevole risveglio legato al passato e ad una esperienza fondamentale nel mio processo di crescita personale.

Angela è riuscita a farmi salire sulla macchina del tempo, quella dei ricordi, capace di proiettarti nel passato e dare consapevolezza ad ognuno di noi circa la capacità di lasciare un segno nel nostro relazionarci con gli altri lungo quel cammino chiamato vita, lungo quel processo solo all’apparenza scontato che è il vivere.

Mi sono trovato proiettato ancora addormentato nel nostro spogliatoio allo Stadio Tommaso Fattori a L’Aquila e la scarica di adrenalina è stata uguale a quella che mi spinse a parlare ai giocatori prima della partita di spareggio per l’accesso alla competizione Europea di Challenge ERC RUGBY contro il Petrarca Rugby.

…..partita che vincemmo !!!

Un gruppo non si costruisce con una semplice sommatoria dei migliori, ma quelli che insieme possono funzionare bene. Un gruppo di giocatori uniti che ha problemi con l’allenatore o la dirigenza può VINCERE ma un gruppo che ha problemi al suo interno non può vincere. Il primo obiettivo del tecnico è tenere unito il gruppo anche a costo di averlo contro di sé, perché siccome non ci basta fare le cose bene ma dobbiamo farle meglio degli altri, non si può pensare che il rapporto fra l’allenatore e i giocatori sia sempre un rapporto idilliaco. L’ allenatore deve sempre chiedere il massimo, ma poiché non abbiamo un valore assoluto di quale sia “il massimo”, possiamo peccare in eccesso o difetto.

Quando arriva il momento per un gruppo di godersi il successo, il tecnico è chiamato a cambiare, ad esplorare nuove e più dure strade. Questo può sembrarvi brutale o ingiusto, però la squadra che ha perso non si rilassa e si gode il successo, è fuori a correre, perché ha perso e la rabbia per aver perso la spinge a fare di tutto per poter tornare alla VITTORIA. L’unico modo per continuare a VINCERE è, nonostante i successi, andare fuori a correre anche se piove, allenarsi al mattino presto. Anche se questo molte volte porta contrasti fra allenatore e gruppo.

I veri migliori sono i migliori e basta!

Non ce n’è per nessuno. Si esprimono sempre al meglio e non hanno bisogno che arrivi concorrenza perché sono competitori naturali con sé stessi. Sono sempre in “gara”, con sé stessi, con la mamma, gli amici, la morosa, i figli e guardano sempre avanti perché c’è un limite personale da superare o per emergere.

  • Sono i migliori perché sono i più solidi nella testa!
  • Sono i migliori perché hanno orgoglio, fierezza e appartenenza!
  • Sono i migliori perché non vivono il facile alibi : l’allenatore, il compagno, l’arbitro, il modulo, la sfiga!

I migliori non sempre hanno caratteristiche fisiche o di abilità superiori. Anzi, eccellono per forza d’animo, passione, determinazione, orgoglio. Amano vincere, non convivono con la sconfitta come i mediocri ma saper perdere e comprendere dove hanno sbagliato li costruisce ed aumenta loro la CONSAPEVOLEZZA.

 

 

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