LA SCORCIATOIA

LA SCORCIATOIA

LA SCORCIATOIA

SCORCIATOIA: Mezzo più sbrigativo delle vie normali per raggiungere un intento.

Shortcuts:There are no shortcuts to victory. We must commit ourselves to the slow, painstaking hard work, challenge, changment of our sport culture.

(Non ci sono scorciatoie per la vittoria. Dobbiamo impegnarci per il lento, scrupoloso duro lavoro, la sfida, il cambiamento della nostra cultura sportiva.)

La definizione da vocabolario appartiene alla nostra cultura quando invece in altri contesti si passa direttamente alla dichiarazione di ben altro contenuto in relazione alla medesima parola : SCORCIATOIA!!!!

Siamo tutti impegnati in una affannosa ricerca di scorciatoie e passi se questa ricerca fosse dettata dalla necessità di sopravvivere ad eventi che potenzialmente mettono in pericolo la nostra esistenza (facendo riferimento alla parola RESILIENZA utilizzata dal Capitano Massimo Giovanelli in un post odierno, la scorciatoia avrebbe un senso quale strumento per raggiungere un intento quale il superare grandi ostacoli che si parano innanzi al nostro cammino) ma utilizzare la scorciatoia in contesti Organizzativi significa semplicemente fare i furbi! Significa nello sport BARARE !

Poco dopo la metà del primo tempo nella partita contro il Sud Africa (e non entro in alcun merito tecnico e tantomeno punto il dito sui giocatori) è accaduta forse la cosa più importante dell’incontro, ovvero l’opportunità di prendere consapevolmente atto di una nostra situazione non legata a questioni tecniche quanto di indirizzo valoriale o motivatori nascosti. Siamo apparsi tremendamente FRAGILI !! La Fragilità è la facilità di rompersi al minimo urto, o ( fig. ) di cedere alla minima occasione. La resilienza al contrario è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi e di migliorare.

MIGLIORARE! Non può esistere resilienza senza l’effetto di migliorare ed è qui la nostra innata capacità di cercare la scorciatoia per arrivare ad un intento che perde le caratteristiche di obiettivo!

Ho sempre pensato che la mischia in una squadra di rugby rappresenti nell’essenza il NO SHORTCUTS e che il ruolo di giocatore di mischia sia l’acme dello sport di combattimento e del non potersi esimere dal guardare in faccia l’urto che vuole distruggerti, annientarti. I giocatori oggi in campo non hanno potuto rifiutare un urto al limite del bestiale da parte dei giocatori della nazionale Sudafricana, hanno tentato di arginarlo come potevano ma sono stati lanciati nell’arena a giocare il ruolo di martiri dal nostro modo di pensare e da chi ha la RESPONSABILITA’ di governare non una nazionale ma un movimento attraverso la forza dell’esempio.

Come faranno i tanti ex giocatori di discreto livello in Italia reiventatisi Formatori, Motivatori, Allenatori, Coach, Trainers e che usano la Mischia come metafora di vita, a realmente credere che il contenuto del loro messaggio resti Coerente, Credibile e Carismatico?

Come può un Presidente di una Federazione, al vertice di un movimento non capire!?

Come possono i Presidenti di Club continuare a scegliere scorciatoie assecondando una simile cultura che viene calata dal verice?!

Pancrazio Auteri mi ha chiesto “cosa ti inventersti?

Io non ho la bacchetta magica e se la possedessi, per quanto abbia amato il rugby, non la utilizzerei per essere il Salvatore o Messia di questo sport in Italia. Lascio ad altri il divertimento di cercare di imbonire le masse e guidare il gregge per potenziare altro elemento deleterio della nostra cultura :

il biglietto da visita dell’ego !!

Io condivido con una moltitudine di altre persone una fortuna. Nella drammaticità degli eventi legati alla salute che mi hanno colpito, nelle dure sconfitte a livello professionale o nei molti errori che ho commesso ho trovato la via della RESILIENZA che non è una scorciatoia. Sbatti la faccia contro quel mischiarolo chiamato Urto e gli strumenti che mi sono trovato ad utilizzare sono la capacità di pormi obiettivi (non desiderata o sogni pindarici), studiare, imparare credere che la diffusione della conoscenza è un’arma potente, uscire dalle zone di comfort, programmare e pianificare perchè senza queste due capacità è come voler vincere una battaglia senza avere la tattica; pertanto caro Pancrazio io promuoverei il CAMBIAMENTO con il più alto prezzo da pagare: azzerare tutto e soprattutto selezionando con un preciso processo e standard work le Persone che compongano la squadra chiamata a governare e gestire.

Lavorare in squadra è un METODO fondante sul “chi fà cosa” che permette di declinare un chiaro significato del termine RESPONSABILITA’ : risolvere problemi, affrontare situazioni, superare ostacoli con gli STRUMENTI di cui si ha disponibilità!!! …ma noi siamo bravissimi in una cosa : tiramm a campà !!!

Saluti.

Marzio

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