SVILUPPO PERSONALE

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SVILUPPO PERSONALE

È opinione diffusa credere che per realizzarsi nel lavoro sia necessario lavorare fino allo sfinimento ed essere disposti a qualsiasi tipo di rinuncia e sacrificio, se davvero vogliamo centrare l’obiettivo. Siamo cresciuti con il mito del piacere derivante solo ed esclusivamente dalla fatica e dal lavoro intenso, e siamo abituati ad associare il concetto di produttività, col fare di più, lavorare di più, sudare giorno e notte e immolarsi alla causa. Anche in questi tempi di crisi economica, quello che chiedono governanti e manager è lavorare di più.

  • Siamo proprio sicuri che le cose stiano esattamente così?
  • Non sarebbe più logico ottimizzare il lavoro e lavorare meglio e meno?
  • Concentrare l’impegno in poche cose davvero importanti e massimizzare i risultati?

La vera produttività non è lavorare di più, ma è la capacità di individuare e fare ciò che è veramente essenziale, senza sprecare tempo ed energie dietro cose inutili.

“La produttività non è mai ottenuta per caso. La produttività è il risultato del desiderio per l’eccellenza, della pianificazione intelligente e del lavoro mirato.”  Paul J. Meyer 

(Paul J. Meyer founded Success Motivation Institute in 1960 and dedicated it to “motivating people to their full potential.” His flagship company has grown into an international group of companies marketing his materials in more than 60 countries and in 23 languages. His books include Fortune, Family & Faith and the best seller, Chicken Soup for the Golden Soul).

http://www.success.com/profile/paul-j-meyer

Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto di ciò che fai, è davvero importante.

Che cos’è il Principio di Pareto

Questo principio si basa su un concetto tanto semplice quanto reale: la gran parte dei risultati che otteniamo deriva da una minima parte di ciò che facciamo. Per essere ancora più precisi il principio dice che: “Il 20% delle cause, produce l’80% dei risultati”; In altre parole l’80% dei risultati deriva dal 20% del lavoro. Il principio prende il nome dal suo scopritore, l’economista italiano Vilfredo Federico Damaso Pareto, vissuto a cavallo tra la fine dell’ottocento ed i primi decenni del novecento. Esattamente nel 1897, Pareto si trovava in Inghilterra, e studiando la distribuzione dei redditi e delle ricchezze arrivò alla conclusione che solo pochi individui possedevano la maggior parte della ricchezza. Per la precisione, l’80% della ricchezza era e posseduta dal 20% delle persone. Da questa osservazione scoprì un modello regolare che era applicabile non solo alle ricchezze e al reddito ma a qualsiasi campo. L’idea di Pareto cominciò ad essere nota quando Joseph Moses Juran, il padre della moderna gestione della qualità, ridefinì il principio “la regola dei pochi elementi essenziali”. Questo principio si diffuse ampiamente in Giappone che tra il 1957 e il 1989 crebbe più rapidamente di qualsiasi altra economia industriale. Negli Usa e in Europa, il principio di Pareto divenne nel corso degli anni ’60 ampiamente conosciuto come la “regola del 80/20” e si diffuse tantissimo. La cosa più interessante rimane comunque il fatto che il principio è applicabile praticamente a quasi tutti gli altri aspetti della nostra esistenza: dal lavoro, alle relazioni, al raggiungimento degli obiettivi, alla gestione del tempo. Il punto centrale è che il mondo non è descrivibile sulla base di un rapporto 50/50, sforzo e ricompensa non sono correlati in maniera lineare. Il segreto è imparare ad individuare e concentrarsi su quei pochi elementi davvero funzionanti per ciascuno di noi, e lasciare perdere tutto ciò che è superficiale e inutile.

Come applicare il Principio di Pareto

La domanda sorge spontanea: “Come posso applicare il principio alla mia vita di tutti i giorni?“

Fondamentalmente è CAMBIARE il modo di pensare; non ragionare più in termini di “equilibrio” cioè con un rapporto 50/50, ma in termini di “squilibrio” 80/20; sviluppare la capacità di concentrarsi sull’essenziale e lasciar perdere tutto ciò che non conta e non produce risultati. Intensità di COMPORTAMENTI, producono AZIONI e le azioni RISULTATI.

Il principio di Pareto applicato al lavoro

“Il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio.”  Jean-Paul Sartre

Nel nostro lavoro siamo abituati a pensare che ogni aspetto sia importante, invece il segreto per cominciare ad operare cambiamenti sta proprio nella capacità di ragionare distinguendo le attività di qualità da quelle che non lo sono. Tutto sta nel “coraggio” di dire no a molte attività abitudinarie ma dispersive e poco produttive, nella capacità di rinnovarsi e convincersi che da poche azioni nuove e strategiche possano derivare risultati concreti. Insomma, non è sempre e solo il duro lavoro a portare i risultati, ma anche un nuovo atteggiamento mentale.

#1. Concentrati su ciò che sai fare bene e accetta i tuoi limiti

Nel tuo lavoro non puoi occuparti personalmente di ogni aspetto, anche se fare tutto in prima persona ti fa sentire più sicuro. Per quanto tu possa sforzarti, non avrai mai sufficiente tempo e forza di volontà per fare tutto. Ognuno di noi è maggiormente predisposto a svolgere delle attività piuttosto che altre, concentrati su quelle cose che sai fare bene, che ti riescono senza eccessivo sforzo. Se c’è qualcosa che non ti riesce facilmente, e sai benissimo che ti richiederà tantissimo tempo e sforzi con risultati miseri, metti da parte l’orgoglio, chiedi aiuto e delega quell’attività. Accetta una buona volta di fidarti degli altri, affida dei compiti alle persone di cui hai fiducia. Riuscirai ad avere più tempo da dedicare a quelle attività in cui sei davvero bravo ottenendo migliori risultati e meno stress! Prima di buttarti a capofitto sul lavoro, con l’ansia di fare tutto, chiediti:

Quali attività mi piacciono davvero? Why ?

Quali posso eliminare o delegare ?

#2. Evita il sovraccarico di informazioni

Siamo nell’era dell’informazione e scegliere le giuste fonti è essenziale per non essere travolti dalle informazioni stesse. Che senso ha leggere tutti i manuali che trovi, fare corsi di formazione che ripetono le stesse cose? Scegli le tue fonti di informazione in maniera accurata e ignora il resto. Prima di leggere un manuale o frequentare l’ennesimo corso di aggiornamento chiediti: è davvero importante per il mio progetto? Posso trarne informazioni davvero utili?

#3. 80% di pianificazione e 20% di azione

Anche se sei in ritardo con la consegna di quel report, anche se ti sembra di avere l’acqua alla gola e devi assolutamente finire quella relazione, qualsiasi sia il lavoro che hai di fronte, non passare mai all’azione se prima non hai pianificato tutto nel dettaglio. Programma il tuo lavoro, pianifica le fasi e quando hai definito tutto sulla carta o nella mente, passa all’azione. Se non hai un programma chiaro e definito da seguire, rischi di perderti per strada, senza mai arrivare a destinazione, sprecando carburante, ossia tempo, sforzi ed energia. Una pianificazione precisa e dettagliata sarà come avere un navigatore satellitare che ti aiuterà ad arrivare a destinazione.

Il Principio di Pareto applicato a rapporti e relazioni

“La chiave di un uomo si trova negli altri: è il contatto con il prossimo quello che ci illumina su noi stessi.”  Paul Claudel

Il principio di Pareto è universale, e può essere applicato anche alla tua vita privata e alle relazioni con gli altri.

Il 20% delle amicizie che hai ti restituisce  l’80% della soddisfazione;

L’80% del valore delle nostre relazioni deriva dal 20% delle relazioni stesse.

C’è una teoria secondo la quale siamo il risultato delle 5 persone a noi più vicine, le amicizie e le persone di cui ti circondi e con cui trascorri il tuo tempo sono più importanti di quello che credi.

Pensaci un attimo, sei sicuro di dedicare il tuo tempo alle persone giuste?

Pensa alle tue amicizie, quanto tempo dedichi ai tuoi amici?

Magari trascorri del tempo con loro perché ti senti compreso, incoraggiato, ti piace ascoltarli, parlarci e condividere con loro emozioni ed esperienze. Trascorreresti anche solo un’ora con una persona che ti da poco o nulla, con cui non c’è empatia, né alcun tipo di punto in comune o esperienza da condividere? Credi che varrebbe la pena sprecare del tempo con persone così? Non ne vale la pena, ma lo fai lo stesso. Troppo spesso dedichiamo del tempo anche a persone con cui non abbiamo nulla da condividere solo per carineria o per educazione. Non sarebbe meglio dedicare quel tempo alle persone che veramente ci sono care e con le quali c’è uno scambio profondo e reale? Sai che è impossibile per una persona avere relazioni profonde e sincere con una massa troppo estesa di persone? Esatto, è inevitabile, nella tua vita saranno poche le persone su cui riuscirai a condividere davvero le cose che ti stanno più a cuore e quelle saranno le tue vere amicizie. Tutti gli altri rapporti saranno per forza superficiali. In altre parole il principio 80/20 applicato alle relazioni prevede che poche relazioni sociali, ma vere e autentiche, sono molto meglio di tante ma superficiali. Lo stesso Abraham Maslow, padre fondatore della psicologia umanistica, nel suo volume Motivazione e personalità” descrive gli individui autorealizzati come persone che hanno legami particolarmente profondi con un numero di persone relativamente piccolo.

Insomma, meglio pochi amici ma buoni!

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